Ebbene a me sì!
Da bambina ovunque andassi in vacanza, che fosse mare o montagna, capitava sovente di incrociare dei gattini e sentire quel moto spontaneo del cuore che mi portava ogni volta a prenderli e cercare di convincere i miei genitori a tenerli! Naturalmente non ci sono mai riuscita (i miei amori pelosi sono arrivati un po' più tardi), ma da adulta mi è invece capitato di poter dare consigli su quali fossero le tecniche migliori per inserire un cucciolo di gatto in casa, soprattutto se quel territorio è già occupato da un altro felino.
E' questo l'argomento portante del post di oggi: come inserire un gatto in una famiglia che già ne ospita uno.
E' fondamentale sottolineare che è sempre il veterinario la persona più indicata cui chiedere consigli. Io parlerò della mia esperienza e di come le mie batuffole siano riuscite a creare un equilibrio sano condividendo gli spazi. Sarebbe bello se questo post diventasse anche un luogo di confronto.
Situazione di partenza
L'idea di base è che dal punto di vista dei nostri amici pelosi si è instaurata in casa una vera e propria gerarchia, della quale tutti i membri (pelosi e non) fanno parte. Se gerarchia esiste, allora esiste anche un capobranco (che sovente corrisponde a colui il quale si dà ascolto - se è un umano allora stiamo lavorando bene, se il capobranco è uno dei gatti, beh... allora ci hanno ammaestrato benone!). C'è comunque sempre un equilibrio!
Immettere un nuovo individuo all'interno del territorio del branco (cioè in casa nostra), nella realtà dei fatti, significa scombussolare l'equilibrio esistente e porre sull'attenti il micio che finora era stato il padrone!
Bisogna quindi avere un occhio di riguardo per l'animale "più anziano", il quale non dovrebbe mai sentirsi detronizzato, perché potrebbe successivamente soffrirne. Pena un mutamento del suo comportamento: divenire inappetente, volere marcare ancor di più il proprio territorio urinando a terra, miagolare "ululando" come a richiamare l'attenzione.
La situazione è leggermente differente se il gatto che già avete in casa è piccolino (diciamo fino ad un anno di vita). Con i cuccioli è sempre tutto molto semplice dato che non hanno ancora conquistato completamente il territorio. Per questo motivo è più difficile si sentano minacciati.
L'ingresso del nuovo ospite e ipotesi
L'età dei cucciolini che "accolgono" e quelli che "entrano" è importante anche per valutare il da farsi. Possono presentarsi infatti differenti situazioni. Tratterò la più comune, cioè quella che riguarda due gatti (quello che accoglie e quello che entra in casa) e la relazione a partire dalla loro età. Il gatto che abita in casa supponiamo abbia due anni e sia maschio, il gatto che integriamo supponiamo abbia 4 mesi e sia anche lui maschio. Li chiameremo in ordine Francino e Bichicco (ok, non c'è niente da ridere! u_u).
Francino ha 2 anni ed è un maschietto. E' castrato ed è il padrone incontrastato della casa! Sta a sentire solo la sua padroncina - tale Gigia - e quando lei è fuori lui si sente solo. Per la maggior parte del tempo dorme! Di carattere è mansueto, ma non si lascia accarezzare da tutti.
Bichicco ha 4 mesi, è un maschietto e non sa ancora cosa siano gli umani. Finora è rimasto con la sua mamma gatta che gli ha insegnato a pulirsi, dove fare pipì e pupù, a star dritto e a giocare alla caccia con i suoi fratelli. Sa poco di umani&Co. e non conosce il significato delle parole. Ha vivacità da vendere e per la maggior parte del tempo vuole correre, mordere, arrampicarsi, giocare e cacciare... ma dopo la pappa fa un pisolino lungo lungo, come fosse ancora un bimbo!
La caratteristica fondamentale della stanza scelta affinché sia chiamata neutra deve essere il suo poco (o quasi inesistente) utilizzo da parte del gatto ospitante. Per l'inserimento, ciò che i comportamentalisti consigliano è di adoperare uno spazio che i gatti non hanno modo di "marcare" con i propri odori - una stanza in cui non gli è permesso entrare e che per questo non sentono propria - per lasciare che i mici abbiano modo di annusarsi. Buoni esempi sono la lavanderia, un bagno, un ripostiglio.
Bene!
Ora munitevi di tanta pazienza e non perdete la seconda parte che tratterà l'ingresso vero e proprio del nuovo gattino (Bichicco) in casa! Stay (meow) tuned! :)
NOTA: Le informazioni sopra riporatate sono semplice frutto di studi personali accumulati durante gli anni, grazie ad articoli e letture che hanno potuto arricchire la mia conoscenza in tale ambito. Per questi motivi non devono essere assolutamente sostituiti ai consigli del veterinario. Solo tale figura professionale potrà consigliarvi nel migliore dei modi!
Francino ha 2 anni ed è un maschietto. E' castrato ed è il padrone incontrastato della casa! Sta a sentire solo la sua padroncina - tale Gigia - e quando lei è fuori lui si sente solo. Per la maggior parte del tempo dorme! Di carattere è mansueto, ma non si lascia accarezzare da tutti.
Bichicco ha 4 mesi, è un maschietto e non sa ancora cosa siano gli umani. Finora è rimasto con la sua mamma gatta che gli ha insegnato a pulirsi, dove fare pipì e pupù, a star dritto e a giocare alla caccia con i suoi fratelli. Sa poco di umani&Co. e non conosce il significato delle parole. Ha vivacità da vendere e per la maggior parte del tempo vuole correre, mordere, arrampicarsi, giocare e cacciare... ma dopo la pappa fa un pisolino lungo lungo, come fosse ancora un bimbo!
Cosa fare
La padroncina Gigia dovrà a questo punto "allestire" in casa quella che viene chiamata la stanza neutra: il luogo, cioè, dove i due felini potranno incontrarsi per la prima volta. La stanza grazie alla quale Francino non sentirà quell'invasione di territorio che potrebbe portarlo a non amare Bichicco!La caratteristica fondamentale della stanza scelta affinché sia chiamata neutra deve essere il suo poco (o quasi inesistente) utilizzo da parte del gatto ospitante. Per l'inserimento, ciò che i comportamentalisti consigliano è di adoperare uno spazio che i gatti non hanno modo di "marcare" con i propri odori - una stanza in cui non gli è permesso entrare e che per questo non sentono propria - per lasciare che i mici abbiano modo di annusarsi. Buoni esempi sono la lavanderia, un bagno, un ripostiglio.
Bene!
Ora munitevi di tanta pazienza e non perdete la seconda parte che tratterà l'ingresso vero e proprio del nuovo gattino (Bichicco) in casa! Stay (meow) tuned! :)
NOTA: Le informazioni sopra riporatate sono semplice frutto di studi personali accumulati durante gli anni, grazie ad articoli e letture che hanno potuto arricchire la mia conoscenza in tale ambito. Per questi motivi non devono essere assolutamente sostituiti ai consigli del veterinario. Solo tale figura professionale potrà consigliarvi nel migliore dei modi!
Questo argomento mi interessa molto perchè ci sono passata l'anno scorso avendo la geniale idea di prendere un nuovo gatto al gattile quando la mia Cocca per 11 anni è stata l'unica regina dela casa.All'inizio è stato molto difficile e ci è voluto davvero molto tempo prima che trovassero un equilibrio.Ora non è che si amino,ma almeno convivono quasi pacificamente.
RispondiEliminaCiao Kilara... eh ti capisco!
EliminaIo ricordo solo di averci provato (più di 10 d'anni fa ormai) con il mio gattone Paciocco! Lui era il padrone incontrastato in casa, ma a me capitava sovente di ritornare da scuola con un gattino trovato in strada. Non ti dico che ringhi prepotenti, che zampatine (anche pericolose!)!
All'epoca l'inesperienza mi portò a desistere, infatti Paci è rimasto uno e unico, oggi in casa di mia mamma.
Con gli anni poi mi sono informata e quando l'anno scorso ho voluto inserire Mia qui in casa (casa in cui già c'era Miu da 5 mesi) è stato tutto molto più semplice! Vedrai quante informazioni verranno fuori... ve le racconterò nel prossimo post.
Scriverle tutte di getto in un'unica pubblicazione ho ritenuto risultasse troppo pesante da leggere! :)
E' davvero interessante questo post.. attendo la seconda parte.. :-* baciotti
RispondiEliminaGrazie ciccina! :)
EliminaE io non ti deluderò! :*