Buongiorno a tutti!
Babbo Natale quest'anno è stato davvero generoso e, tra le altre cose, mi ha portato una ricca varietà di libri! Sempre felicissima di riceverne, sono stata ancor più contenta quando, scartando il pacchetto dalla carta argentata, ne ho trovato uno con l'immagine di un pacioso gattino sopra.
Babbo Natale quest'anno è stato davvero generoso e, tra le altre cose, mi ha portato una ricca varietà di libri! Sempre felicissima di riceverne, sono stata ancor più contenta quando, scartando il pacchetto dalla carta argentata, ne ho trovato uno con l'immagine di un pacioso gattino sopra.
Incuriosita dalla sinossi e anche per darmi ad una lettura presumibilmente "leggera" ho voluto immediatamente cominciare a leggerlo!
Miu naturalmente deve dare la sua approvazione! |
Si tratta di una storia vera ed autoriferita. Ho passato quindi in compagnia dell'autrice Julia, suo figlio George e del furbissimo gatto Ben appena pochi giorni, perché in effetti la lettura è scivolata via veloce e in modo piacevole.
Julia parla in prima persona e suddivide il libro in tre grandi parti. Una prima parte in cui introduce se stessa e la sua famiglia d'origine, partendo pressoché dalla sua infanzia, raccontando della nascita del suo piccolo George e delle problematiche riscontrate durante la crescita del piccolo. George è autistico e questa diagnosi arriverà molto tardi, diversamente dai tipici segnali che accompagnano tale sindrome. George ha difficoltà a relazionarsi con il mondo e fa fatica ad empatizzare con chicchessia, anche con la sua mamma.
La seconda parte coincide con l'arrivo del gatto Ben, il quale sconvolgerà completamente le dinamiche relazionali del piccolo George, che imparerà a comunicare, affezionarsi, soffrire, amare e semplicemente a vivere come tutti i bambini. Ben diventerà il mezzo attraverso il quale George riuscirà a confrontarsi con il mondo esterno e a dimostrare le emozioni che fino a poco prima non avevano una voce.
L'idillio si spezzerà il giorno della scomparsa del micio. Qui comincia la terza parte del libro.
In alcuni punti non mi sono trovata d'accordo con l'autrice (sulle dinamiche della vita e l'essenza della spiritualità), ma di fatto questi dettagli contavano davvero poco e non erano una discriminante nella valutazione dell'intero libro, esulando dal tema principale.
Julia parla in prima persona e suddivide il libro in tre grandi parti. Una prima parte in cui introduce se stessa e la sua famiglia d'origine, partendo pressoché dalla sua infanzia, raccontando della nascita del suo piccolo George e delle problematiche riscontrate durante la crescita del piccolo. George è autistico e questa diagnosi arriverà molto tardi, diversamente dai tipici segnali che accompagnano tale sindrome. George ha difficoltà a relazionarsi con il mondo e fa fatica ad empatizzare con chicchessia, anche con la sua mamma.
La seconda parte coincide con l'arrivo del gatto Ben, il quale sconvolgerà completamente le dinamiche relazionali del piccolo George, che imparerà a comunicare, affezionarsi, soffrire, amare e semplicemente a vivere come tutti i bambini. Ben diventerà il mezzo attraverso il quale George riuscirà a confrontarsi con il mondo esterno e a dimostrare le emozioni che fino a poco prima non avevano una voce.
L'idillio si spezzerà il giorno della scomparsa del micio. Qui comincia la terza parte del libro.
In alcuni punti non mi sono trovata d'accordo con l'autrice (sulle dinamiche della vita e l'essenza della spiritualità), ma di fatto questi dettagli contavano davvero poco e non erano una discriminante nella valutazione dell'intero libro, esulando dal tema principale.
Mi sento di consigliarlo, anche perché ammetto che qualche lacrima alla fine è scesa. io però non faccio testo, sono davvero troppo sensibile!
Edito da Sperling & Kupfer (2011), "Cercasi Ben disperatamente" di Julia Romp conta 288 pagine e costa 17,90 euro di listino, ma lo si trova on line ad un prezzo abbordabilissimo che si aggira tra gli 8 e i 10 euro.
Dopo le ultime informazioni tecniche e l'invito a leggerlo, vi lascio la foto dei protagonisti, augurandomi di essere riuscita almeno un po' a condividere il messaggio fondamentale volevo passasse: l'unicità degli animali e l'impronta che riescono sempre a lasciare nel nostro io più profondo.
Julia Romp assieme a suo figlio George e il gatto Ben |
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