martedì 11 agosto 2015

GPS per animali: una buona risorsa o un oggetto superfluo?

Recentemente sono stata in un grande negozio di tecnologia e computer, smartphone e cellulari, piccoli e grandi elettrodomestici e altre diavolerie che oggi il mercato tecnologico propone al grande pubblico come fosse pane quotidiano appena sfornato. E qui, per l'appunto, sono stata "catturata" da un angolo promozionale dedicato a un sistema di localizzazione per cani e gatti, un piccolo e leggero GPS da agganciare al collarino del nostro amico peloso. Grazie a questo oggetto, e tramite una comoda app da installare sul nostro smartphone, sarà possibile quindi controllare in ogni momento la posizione e gli spostamenti del nostro micio o del nostro cagnolino.
Il costo dell'aggeggio non era indifferente, tuttavia neppure spropositato: un giocattolino dal costo notevole, ma che potrebbe rivelarsi una risorsa in determinati casi. E' chiaro che infatti, nel caso di smarrimento del nostro amato animale, tutto ciò che vorremmo è esattamente questo: aprire un programma, sul pc o sul nostro smartphone, che ci dica subito dove caspita si è cacciato, per andarlo a recuperare al più presto possibile e riducendo al minimo le ansie e i disagi, per noi e per lui. 
Ma nella quotidianità, quindi escludendo situazioni di "emergenza smarrimento", siamo sicuri che sia necessario rendere perennemente "localizzabile" con l'ennesimo aggeggio tecnologico il nostro animale, trascinando anch'esso in un mondo ipertecnologicizzato?
Pensiamo ai cani, i quali sono abituati a portare un collare e sui quali sarebbe praticamente inesistente l'eventuale fastidio dato da un GPS aggiuntivo (la pubblicità assicurava che il peso dell'oggetto era di  pochi grammi)... ma che bisogno di sarebbe di questo, dal momento che generalmente i cani escono insieme al proprio "padrone" e non gironzolano da soli per le città?
Un GPS sembrerebbe ben più indicato invece per i gatti, da sempre risaputi giramondo, che ad ogni uscita dalla porta di casa fanno stare in ansia il "padrone" più apprensivo. Eppure qui si pone un altro problema: proprio in quanto animali più indipendenti, quanti gatti sopporterebbero di buon grado il collarino e il relativo GPS? Una percentuale ben più risicata, sul totale, rispetto alla popolazione canina. E allora, il gioco vale la candela? Imporre al gatto di portare un collare, con agganciato il GPS, che per la nostra tranquillità potrebbe in realtà limitare i suoi movimenti e le sue esplorazioni, facendo sentire il nostro micio impacciato e meno a suo agio nel suo territorio?
In sè l'idea di poter localizzare il nostro animale non è cattiva e io, lo ammetto, sono la prima a desiderare di avere un modo per controllare che la mia gatta sia al sicuro, dovunque vada... però non a scapito della sua libertà e del suo sentirsi a suo agio. Qualora vi fosse un microchip sottopelle dotato di sistema di localizzazione, disponibile a prezzi popolari... ecco, forse potrei perfino pensarci!
Senza dimenticarci però di una cosa: tutte le possibilità offerte oggi dalla tecnologia e dai suoi prodotti, non devono andare ad alimentare la fobia collettiva, già fin troppo nutrita, di un mondo sempre più connesso, sempre più tecnologicizzato, sempre più digitalizzato e "virtuale", dove magari diventa prioritario seguire su uno schermo digitale un puntino lampeggiante che ci indica dov'è in quel momento il nostro amico peloso e riduce il tempo effettivo che passiamo con lui. E voi, cosa ne pensate?

3 commenti:

  1. Ma non ci sono già i microchip sottocutanei per i nostri amici pelosi, che in caso di smarrimento aiutano a identificarli e risalire al proprietario? Questo giocattolino high tech mi sembra superfluo; almeno, nel mio caso specifico (con animali domestici - nel senso che proprio stanno in casa - e microchippati) lo è.
    Ciao.

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    1. Altrochè che è superfluo per gli animali che stanno in casa!! Per quelli che escono, diciamo che il microchip non permette di sapere dove si trovano gli animali in quel momento... questo invece è proprio una sorta di "localizzatore" istantaneo. Anche io ho molti dubbi sull'utilità di questo oggetto, è un giocattolino costoso che secondo me potrebbe svolgere una funzione effettivamente utile solo in casi di smarrimento (il microchip funziona solo se qualcuno ritrova il peloso e lo porta dal vet che "legge" il codice... ma se nessuno lo ritrova, l'animale resta disperso e non localizzabile)! Ciao Viviana e grazie per il tuo commento!

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  2. Silvia sai che erroneamente pensavo che il microchip che si mette ai gatti fosse anche una specie di localizzatore del micio?
    Avevo talmente tanto questa falsa convinzione che solo ad inizio agosto (quando per ricerche personali ho cercato su internet di cosa si trattasse) ho scoperto che invece serviva solo ad identificare il gatto.
    Per quanto riguarda il gps ti dico in sincerità che l'unica volta in cui ho pensato seriamente di valutarlo come possibile opzione è stato in concomitanza con quella ricerca che avevo appunto fatto ad inizio agosto, perché prima di partire avevo un timore enorme che mi entrassero i ladri in casa... e non mi sarebbe fregato nulla che si prendessero tutto. Il mio problema erano le mie gatte. Solo il pensiero che qualcuno potesse portarmele via mi ha messo un'ansia che credo di non aver mai provato in vita mia!
    Alla fine però concordo con la inutilità dell'oggetto se può sia dare fastidio all'animale, sia non essere di reale aiuto se il gatto è di casa... come ti dicevo la mia fantasia aveva semplicemente galoppato troppo!

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