Mirko e Maya sono gemelli e vivono in campagna. Si alzano al mattino di buon'ora e aiutano la nonna Alba con pollaio e maiali.
Amano i prati, guardare il sole nascondersi dietro le nuvole e la marmellata di amarene.
D'estate corrono fino al lago, d'inverno invece corrono poco perché il nevischio - hanno imparato presto - è pericoloso.
Mirko e Maya hanno una passione: loro dipingono. Guardano la natura e dipingono. Ma non come i normali bambini ognuno per suo conto... loro dipingono insieme, sulla stessa tela. E non importa quanto verde utilizzerà Maya per quel prato, tanto ci sarà sempre Mirko ad equilibrarlo con gialli, rossi e pervinca dei fiori di primavera. Nemmeno quanto ombreggerà Mirko quella solitaria collina, perché Maya con maestria tornerà ad illuminarla con bianchi e beige di perle di sole. Così i pennelli scivolano e raccontano storie fantastiche di mondi inventati e lontani, dove meravigliose creature insegnano a giocare con le bolle e fate scintillanti ragalano il potere di trasformare le nuvole in zucchero. Un giorno Maya racconta di un fiore triste e solo, preda di un vento tormentoso e contemporaneamente Mirko costruisce con una pennellata una teca colorata e raggi di sole ad aprire quella tela grigia. La loro maestria nel comporre immagini celestiali è pari solo a quella dei grandi artisti!
Un giorno, in un freddo mattino dicembrino, Mirko si sveglia piano, scivola giù dal letto, inforca i suoi occhiali e, ciabattine ai piedi, scende silenziosamente le scale fino alla stanza a loro adibita a studiolo. Ancora col pigiama stende un grande foglio a terra e comincia con marroni, un po' d'ambra e qualche verde a riprodurre il sogno appena fatto.
Camminava su un sentiero acciottolato e seguendo la scia di un buon profumino di biscotti appena sfornati s'addentra in un giardino dalle alte siepi che conduce ad una villetta bianca. A pochi passi da lui improvvisamente compare una specie di lince, o forse un gatto, il quale agitando la coda l'invita a seguirlo. Incuriosito da quella elegante danza, Mirko lo segue e piano piano riesce ad avvicinarlo. Tende la mano per riuscire ad accarezzarlo quando anche un'altra lince, o un altro gatto, gli si avvicina annusandolo. Sono due. Sono uguali. E lui sa che hanno immensi poteri.
Risvegliatosi, quindi, cerca in tutti i modi di mantenere vivida nella sua mente l'immagine di quei due felini meravigliosi. Così su quel foglio bianco, matita e carboncino in mano, comincia a delinerane i primi tratti.
Il sole si leva alto e porta in quella stanza anche Maya che entra e non dice una parola, ma porge i biscotti appena sfornati dalla nonna a suo fratello. Poi resta ferma a guardarlo per un po' e quando sente che lui manca di colore o inventiva, lei aggiusta e ricompone, secondo una logica che solo i gemelli conoscono. Quindi gli parla dei progetti sul suo pomeriggio, ha scoperto una giardino d'alte siepi e vuole andare a perlustrarlo. Mirko non ascolta.
Al calar della sera il quadro è quasi completo, ma il giovane disegnatore non ha intenzione di lasciarsi sopraffare dal sonno. Avrebbe terminato l'opera, anche se Maya l'aveva lasciato da solo.
Un po' di smeraldo negli occhi dei due mistici animali, che fieri scrutano il mondo dal basso di un pavimento pieno di colori e tempere; un po' di marrone castagna a rifinirne il manto ed ecco che la magia sembra completa. A notte inoltrata, orgoglioso e felice Mirko sente di potersi allontanare e godersi il calduccio del suo morbido letto.
Sale le scale trascinando un po' i piedi, apre piano la porta della camera e fa per raggiungere il suo cuscino, quando nota che il letto accanto al suo è vuoto. Maya non c'è. Sarà in bagno - pensa tra sé in un lampo di genio. Si stende con un sorriso e cade nel sonno immediatamente.
Due linci, o due gatti, corrono fianco a fianco e fanno una gara. Il primo si chiama Mao, è maschio ed è il più scuro dei due, anche negli occhi. L'altro è femmina, il suo nome è Mia ed ha baffi e bargigli bianchi, lunghissimi e lucenti. Percorrono a perdifiato una strada di campagna che va verso una collinetta dietro la quale una lunga e perigliosa discesa porta ad un laghetto vicino. E' giorno ma il vento è forte e gelido. Mia percorre la strada verso la vallata in modo audace, sembra non riuscire a fermarsi. Mao la segue ma resta indietro. Poi una scivolata, un miagolio acuto e un sonoro crac lasciano Mao inebetito. Mia è arrivata al laghetto ghiacciato, ma la troppa spinta ha spaccato la superficie in un punto vicino alla riva. Ora si tiene con le zampe anteriori ancorata al terriccio, ma il busto è dentro l'acqua gelata. Prendendola per la collottola, Mao prova a tirar su la sorella...
Mirko sgrana gli occhi svegliato dal suo stesso sogno. Si volta verso Maya, ma il letto è ancora intatto. Si alza svelto, in agitazione mette un giaccone sul pigiama, prende una coperta e scende giù, scarponi infilati di corsa, si precipita fuori. E' quasi l'alba. Sua sorella è in pericolo.
Corre più veloce di quanto le sue gambe gli permettano. Corre come mai nella sua vita. Corre come se tutto dipendesse da questo. Corre, cade, si rialza, corre.
Giunge alla riva del lago, ne percorre il perimetro, quando un cumulo indefinito appena distante gli si staglia di fronte. Si avvicina con cautela, stringe gli occhi per capire. E' Maya, è stesa sul nevischio, è bagnata fradicia. Accanto a lei due linci. No! Due gatti enormi, che somigliano alle linci. La circondano e proteggono. Mirko tende una mano, si lascia annusare, infine posa la coperta sulla sorella. Le si stende accanto tra i due fieri felini, mentre il sole comincia a posarsi sui primi rami.
Non sa quanto tempo sia trascorso da quel giorno, non sa quanto sia stato reale il sogno, la corsa... quel disegno. Mirko sa che, in sincronia con il battito del cuore di sua sorella, il suo ora fa festa.
Amano i prati, guardare il sole nascondersi dietro le nuvole e la marmellata di amarene.
D'estate corrono fino al lago, d'inverno invece corrono poco perché il nevischio - hanno imparato presto - è pericoloso.
Mirko e Maya hanno una passione: loro dipingono. Guardano la natura e dipingono. Ma non come i normali bambini ognuno per suo conto... loro dipingono insieme, sulla stessa tela. E non importa quanto verde utilizzerà Maya per quel prato, tanto ci sarà sempre Mirko ad equilibrarlo con gialli, rossi e pervinca dei fiori di primavera. Nemmeno quanto ombreggerà Mirko quella solitaria collina, perché Maya con maestria tornerà ad illuminarla con bianchi e beige di perle di sole. Così i pennelli scivolano e raccontano storie fantastiche di mondi inventati e lontani, dove meravigliose creature insegnano a giocare con le bolle e fate scintillanti ragalano il potere di trasformare le nuvole in zucchero. Un giorno Maya racconta di un fiore triste e solo, preda di un vento tormentoso e contemporaneamente Mirko costruisce con una pennellata una teca colorata e raggi di sole ad aprire quella tela grigia. La loro maestria nel comporre immagini celestiali è pari solo a quella dei grandi artisti!
Un giorno, in un freddo mattino dicembrino, Mirko si sveglia piano, scivola giù dal letto, inforca i suoi occhiali e, ciabattine ai piedi, scende silenziosamente le scale fino alla stanza a loro adibita a studiolo. Ancora col pigiama stende un grande foglio a terra e comincia con marroni, un po' d'ambra e qualche verde a riprodurre il sogno appena fatto.
Camminava su un sentiero acciottolato e seguendo la scia di un buon profumino di biscotti appena sfornati s'addentra in un giardino dalle alte siepi che conduce ad una villetta bianca. A pochi passi da lui improvvisamente compare una specie di lince, o forse un gatto, il quale agitando la coda l'invita a seguirlo. Incuriosito da quella elegante danza, Mirko lo segue e piano piano riesce ad avvicinarlo. Tende la mano per riuscire ad accarezzarlo quando anche un'altra lince, o un altro gatto, gli si avvicina annusandolo. Sono due. Sono uguali. E lui sa che hanno immensi poteri.
Risvegliatosi, quindi, cerca in tutti i modi di mantenere vivida nella sua mente l'immagine di quei due felini meravigliosi. Così su quel foglio bianco, matita e carboncino in mano, comincia a delinerane i primi tratti.
Mia e Mao |
Al calar della sera il quadro è quasi completo, ma il giovane disegnatore non ha intenzione di lasciarsi sopraffare dal sonno. Avrebbe terminato l'opera, anche se Maya l'aveva lasciato da solo.
Un po' di smeraldo negli occhi dei due mistici animali, che fieri scrutano il mondo dal basso di un pavimento pieno di colori e tempere; un po' di marrone castagna a rifinirne il manto ed ecco che la magia sembra completa. A notte inoltrata, orgoglioso e felice Mirko sente di potersi allontanare e godersi il calduccio del suo morbido letto.
Sale le scale trascinando un po' i piedi, apre piano la porta della camera e fa per raggiungere il suo cuscino, quando nota che il letto accanto al suo è vuoto. Maya non c'è. Sarà in bagno - pensa tra sé in un lampo di genio. Si stende con un sorriso e cade nel sonno immediatamente.
Due linci, o due gatti, corrono fianco a fianco e fanno una gara. Il primo si chiama Mao, è maschio ed è il più scuro dei due, anche negli occhi. L'altro è femmina, il suo nome è Mia ed ha baffi e bargigli bianchi, lunghissimi e lucenti. Percorrono a perdifiato una strada di campagna che va verso una collinetta dietro la quale una lunga e perigliosa discesa porta ad un laghetto vicino. E' giorno ma il vento è forte e gelido. Mia percorre la strada verso la vallata in modo audace, sembra non riuscire a fermarsi. Mao la segue ma resta indietro. Poi una scivolata, un miagolio acuto e un sonoro crac lasciano Mao inebetito. Mia è arrivata al laghetto ghiacciato, ma la troppa spinta ha spaccato la superficie in un punto vicino alla riva. Ora si tiene con le zampe anteriori ancorata al terriccio, ma il busto è dentro l'acqua gelata. Prendendola per la collottola, Mao prova a tirar su la sorella...
Mirko sgrana gli occhi svegliato dal suo stesso sogno. Si volta verso Maya, ma il letto è ancora intatto. Si alza svelto, in agitazione mette un giaccone sul pigiama, prende una coperta e scende giù, scarponi infilati di corsa, si precipita fuori. E' quasi l'alba. Sua sorella è in pericolo.
Corre più veloce di quanto le sue gambe gli permettano. Corre come mai nella sua vita. Corre come se tutto dipendesse da questo. Corre, cade, si rialza, corre.
Giunge alla riva del lago, ne percorre il perimetro, quando un cumulo indefinito appena distante gli si staglia di fronte. Si avvicina con cautela, stringe gli occhi per capire. E' Maya, è stesa sul nevischio, è bagnata fradicia. Accanto a lei due linci. No! Due gatti enormi, che somigliano alle linci. La circondano e proteggono. Mirko tende una mano, si lascia annusare, infine posa la coperta sulla sorella. Le si stende accanto tra i due fieri felini, mentre il sole comincia a posarsi sui primi rami.
Non sa quanto tempo sia trascorso da quel giorno, non sa quanto sia stato reale il sogno, la corsa... quel disegno. Mirko sa che, in sincronia con il battito del cuore di sua sorella, il suo ora fa festa.
NOTA: I nomi, i personaggi, i luoghi e gli eventi raccontati sono frutto della fantasia dell'autrice, pertanto eventuali riferimenti a fatti e/o persone è puramente casuale. La fotografia adoperata per dare un volto a Mia e Mao è stata deliberatamente prelevata da internet - I'm 'feline' good board su Pinterest - in quanto libera da copyright. Chiunque ritenesse di esserne il proprietario intellettuale è pregato di inviare una email a netempoliberofaccioilgatto@gmail.con richiedendone la rimozione. Come da disclaimer presente in "True Feline good Blog" è vietata ogni riproduzione totale o parziale dei testi presenti in queste pagine previa richiesta all'autore stesso.